Dolore a polso e mano
L’anatomia dell’articolazione del polso è molto complessa, forse la più complessa di tutte le articolazioni del corpo. Il polso è formato dalle otto ossa del carpo tra cui lo scafoide, dal radio e dall’ulna. Queste ossa ed articolazioni ci consentono di usare le nostre mani in molti modi differenti, ma ci forniscono anche la forza per forti prese. La mano è costituita dalle 5 ossa lunghe del metacarpo e dalle falangi che compongono le dita.
Infortuni più frequenti
Distorsione polso
Il meccanismo traumatico più frequente è la caduta a terra sulla mano in estensione ed extrarotazione, che comporta uno stiramento delle strutture capsulari.
Il risultato è un dolore tipicamente diffuso a tutto il polso e con gonfiore di discreta entità. Il riposo con bendaggio e ghiaccio ed eventualmente un tutore, per circa 10 giorni, normalmente risolvono il dolore. Successivamente è necessario iniziare terapia fisica locale e recupero dell’articolarità e del tono-trofismo muscolare.
Distorsione dita
Le lesioni legamentose delle articolazioni falangee sono normalmente di 1° o 2° e colpiscono più frequentemente il 4° e 5° dito perché più vulnerabili.
Il medico consiglierà al paziente un bendaggio di protezione per 7-10 giorni. L’immobilizzazione con stecca per almeno 3 settimane è da riservarsi per i casi di lesione di 3° grado.
Alla rimozione della stecca si iniziano subito esercizi di mobilizzazione articolare e rinforzo dei muscoli della mano.
Frattura scafoide
Le fratture dello scafoide sono le più frequenti tra quelle delle ossa del carpo (quasi il 90% del totale). Avvengono solitamente in seguito ad una caduta con la mano in iperestensione.
In genere la frattura produce intenso dolore e una tumefazione localizzata in prossimità della tabacchiera anatomica (quella piccola area triangolare alla base del pollice). Il dolore limita i movimenti su tutti i piani.
Si considerano 3 tipi di fratture: prossimali, distali e istmiche.
Le fratture con tempi di guarigione più lunghi e più a rischio di complicanze sono quelle prossimali.
Una opportuna diagnosi si basa sull’anamnesi, confermata da una radiografia del polso in proiezioni particolari per lo scafoide.
Il trattamento è in genere conservativo e consiste nel gesso con pollice incluso da tenere 6 -10 settimane.
Alla rimozione del gesso o del tutore (che avviene in seguito alla guarigione radiologica) è opportuno cominciare un ciclo di terapie riabilitative volte al recupero dell’articolazione e della forza della muscolatura della mano.
Frattura radio-ulna
La frattura interessa il 60 – 70 % delle donne in menopausa ed è tipica dell’osso osteoporotico.
Lo stesso meccanismo di caduta nel giovane determinerà più frequentemente la frattura dello scafoide e nel bambino le fratture del radio a “legno verde”.
È una frattura molto dolorosa che si rileva con una radiografia, talvolta è necessaria una elettromiografia per eventuali lesioni neurologiche associate.
Alla terapia farmacologica per controllare il dolore segue la manipolazione, per ridurre e stabilizzare la frattura, oppure un intervento chirurgico.