Dolore al collo (cervicalgia)
Il dolore al collo è un disturbo muscolo-scheletrico estremamente diffuso tra la popolazione.
Il tratto cervicale della colonna vertebrale è costituito da 7 vertebre. Questa parte di colonna è sottoposta a continue sollecitazioni traumatiche dovute ai movimenti del capo.
La cervicalgia può essere causata da sedentarietà, postura scorretta, fratture, lussazioni, lesioni degenerative e lesioni traumatiche. Le patologie a carico del rachide sono potenzialmente molto pericolose quando coinvolgono le radici dei nervi cervicali.
La cervicalgia è avvertita dal soggetto come un dolore costante, di entità variabile, a livello del rachide cervicale. Le tecniche diagnostiche più utilizzate sono: anamnesi, radiografia TC, MRI ed elettromiografia.
Infortuni più frequenti
Colpo di frusta
È il trauma più comune del rachide cervicale e si verifica in seguito ad un brusco movimento del tratto cervicale in iperflessione/iperestensione.
Le cause possono essere una caduta, un incidente, un trauma sportivo.
Il dolore è intenso e ben localizzato sui muscoli della regione cervicale che aumentano di consistenza e rigidità limitando di conseguenza i movimenti del capo. Spesso al dolore si aggiunge un senso di vertigine ed una intensa emicrania.
Il primo esame da fare è una radiografia del rachide cervicale per escludere fratture. A volte può essere opportuno eseguire anche una TAC o una risonanza magnetica (RMN) se permane il sospetto di una frattura o di un’ernia discale.
Il trattamento prevede l’uso di un collare semirigido, associato a riposo e farmaci specifici.
Per accelerare i tempi di recupero verrà consigliato al paziente un ciclo di trattamento riabilitativo che include esercizi, terapie manuali e terapie fisiche.
Frattura vertebre cervicali
A livello cervicale si distinguono 2 tipi di fratture vertebrali: le fratture senza interessamento neurologico (fratture amieliche) e fratture con interessamento neurologico (fratture mieliche).
Nelle fratture amieliche il paziente avverte dolore locale, impotenza o limitazione funzionale e alterazioni dell’atteggiamento della colonna cervicale.
Una radiografia è in genere sufficiente per la diagnosi.
Si interviene indossando un collare rigido per circa 2-3 mesi, dopodiché è necessario iniziare un trattamento riabilitativo per il recupero completo.
Una frattura instabile deve invece essere trattata chirurgicamente al fine di ottenere la stabilizzazione.
Ernia del disco
Il disco intervertebrale è paragonabile ad un cuscinetto ammortizzatore interposto tra due vertebre contigue ed è composto da un nucleo polposo centrale ricco d’acqua, tenuto fermo da un rivestimento esterno fibroso.
Gli spostamenti del rachide modificano la posizione del nucleo polposo all’interno del disco intervertebrale e possono essere causati da posture sbagliate o da gesti particolarmente gravosi per il rachide.
In una fase più avanzata l’anello fibroso si lacera e il materiale contenuto all’interno del disco fuoriesce (ernia espulsa).
Il dolore è forte ed è accompagnato spesso da parestesie nell’area corrispondente alla radice compressa.
Gli esami richiesti consistono in una radiografia e in una risonanza magnetica (RMN) o TC.
Nella stragrande maggioranza dei casi è indicato un trattamento di tipo conservativo, vale a dire massaggi, manipolazioni e stretching, a cui si associa spesso anche la terapia farmacologica.
A tutto ciò si associano dei consigli da seguire a casa quali non guardare la TV dal letto o dal divano sdraiati e non dormire su due cuscini.
Patologie croniche
Artrosi cervicale
La cervicalgia, detta più comunemente “cervicale”, è un disturbo comune causato da postura scorretta, uso improprio di cuscini, sedentarietà, sport traumatici (lotta, rugby, boxe), ernie del disco, artrosi e, non ultimo, eventi traumatici come il colpo di frusta.
Il dolore cervicale può essere localizzato al collo o avvertito in altre sedi.
Quando il dolore è avvertito alla spalla, al braccio e alla mano si parla di cervico-brachialgia che, nella maggior parte dei casi, è dovuta all’irritazione delle radici nervose.
La diagnosi è fondamentale per l’impostazione di un corretto ciclo riabilitativo e si ottiene in seguito a radiografia, TAC o risonanza magnetica (RMN) per individuare eventuali compressioni del midollo spinale o la presenza di ernie discali con compressione delle radici nervose. In alcuni casi potrà essere richiesta anche una consulenza neurochirurgica.
Nella maggioranza dei casi la cervicalgia si cura con terapie manuali, fisiche, esercizio fisico e stretching.
E’ anche importante cercare di correggere le cattive abitudini di vita che possono ostacolare il percorso riabilitativo e vanificare i risultati ottenuti.