Dolore alla gamba
La gamba è quella regione anatomica del corpo umano compresa fra il ginocchio e il collo del piede. Il suo scheletro è costituito dalla tibia, collocata antero-medialmente, e dal perone, collocato lateralmente. Le due ossa sono unite tramite una membrana interossea.
Le lesioni ossee e muscolari della gamba sono traumi molto comuni in medicina dello sport.
Infortuni più frequenti
Fratture tibia e perone
Per frattura s’intende un’interruzione della continuità dell’osso, che avviene quando la forza applicata è di un’intensità tale da superare la resistenza dell’osso.
La frattura della gamba provoca dolore, rigidità, ematoma e limitazione funzionale dell’arto colpito. La diagnosi è possibile con una semplice radiografia, da eseguire anche in pronto soccorso, cui segue un trattamento riabilitativo personalizzato.
La rieducazione inizialmente ha l’obiettivo di diminuire il dolore e l’infiammazione, poi per recuperare il movimento, prima in palestra e poi in piscina.
Lesioni/Infortuni muscolari
Le contusioni sono facilissime da diagnosticare, perché l’atleta è in grado di riferire immediatamente il momento esatto in cui ha sentito il dolore, perché derivato da un contrasto con l’avversario o con un ostacolo.
Più complessa è la classificazione e la diagnosi dei traumi indiretti.
Se il dolore insorge accompagnato da un aumento diffuso del tono muscolare, solitamente al termine dell’attività sportiva, non è riferibile a un preciso momento di gioco e non è ben localizzato siamo di fronte ad una contrattura muscolare.
Se al contrario il dolore è ben individuabile alla palpazione, insorge progressivamente durante l’attività sportiva, permette di continuare a giocare, anche se con fatica, allora siamo di fronte ad uno stiramento.
Sono le vere e proprie lesioni o strappi muscolari (di primo, secondo e terzo grado) quelle che richiedono tempi più lunghi, per ritornare in forma. In questi casi è sempre presente una lesione anatomica, di gravità variabile.
Difficile non individuare subito la vera lesione muscolare, perché l’atleta sente un dolore improvviso, acuto, con un preciso riferimento a un gesto tecnico; l’atleta addirittura segna con un dito il punto della lesione.
La diagnosi si ottiene con un’ecografia, che è ripetuta periodicamente durante la riabilitazione per monitorare la guarigione.
Patologie croniche
Frattura da stress
La frattura da stress sono molto frequenti in medicina dello sport e sono il risultato di un carico ripetuto ed eccessivo sull’osso che solitamente coinvolge la tibia e i metatarsi.
I soggetti più colpiti sono alcune tipologie di atleti come marciatori e podisti, i militari e gli anziani.
Inizialmente si avvertono un dolore modesto e una sensazione di fastidio, che nel giro di 2-3 settimane aumenta fino a impedire al soggetto di proseguire l’attività fisica.
Le fratture da stress possono presentare segni radiografici negativi per 10-14 giorni, per questo possono essere necessarie ulteriori radiografie, una TAC, una risonanza magnetica o una scintigrafia.
Le fratture da stress si curano con l’applicazione di un gesso, poi con il riposo e un ciclo di fisiokinesiterapia. Solo in alcuni casi è necessario un intervento chirurgico.