Dolore all’anca

L’articolazione dell’anca unisce il femore al bacino.

Il dolore all’anca può dipendere da varie cause. Può manifestarsi in seguito a traumi o lesioni croniche da uso eccessivo, vale a dire a causa di fratture, che sono molto frequenti negli anziani, in particolare tra coloro che soffrono di osteoporosi.

Oppure il dolore all’anca può essere causato da una contrattura, una lussazione traumatica o un’osteoartrosi, anche quest’ultima molto comune negli anziani.

Quando si verificano queste condizioni, il dolore causato dal movimento dell’articolazione dell’anca può essere avvertito lungo la coscia fino al ginocchio, anche se il problema è localizzato solo nell’anca.

Infortuni più frequenti

Frattura

La frattura è una interruzione dell’integrità strutturale dell’osso e può essere di origine traumatica o spontanea, vale a dire patologica.

Esistono anche fratture da stress o da sovraccarico funzionale, causate dalla continua sollecitazione sull’osso (come ad esempio la frattura da marcia).

Una frattura frequente che richiede un intervento fisioterapico è quella del bacino e si suddivide in 3 grandi gruppi:

  • Fratture che provocano la discontinuità del bacino con perdita della stabilità
  • Fratture che provocano la discontinuità del bacino ma che conservano stabilità
  • Fratture e lussazioni che interessano l’articolazione dell’anca, con o senza frattura dell’acetabolo, la cavità a destra e a sinistra del corpo, nella parte laterale del bacino.

Le fratture del bacino hanno un’alta incidenza di complicanze gravi, per questa ragione è fondamentale intervenire tempestivamente.

Per quanto riguarda, invece, le complicanze legate al sistema nervoso, il nervo sciatico è senz’altro quello maggiormente coinvolto.

Le fratture possono essere inoltre causate da una brusca e violenta contrazione muscolare (dette fratture da avulsione) che determina un distacco osseo in corrispondenza dell’inserzione tendinea del muscolo stesso. Questo genere di frattura è molto frequente nei giovani atleti.

Contrattura

La contrattura muscolare è una contrazione involontaria, insistente e dolorosa di uno o più muscoli scheletrici.

La contrattura è un atto difensivo che insorge quando il tessuto muscolare viene sollecitato oltre il suo limite di sopportazione fisiologico.

In sostanza, l’eccessivo carico innesca un meccanismo di difesa che porta il muscolo a contrarsi.

Le cause della contrattura possono essere di natura meccanica e/o metabolica ma non sono state ancora definite con chiarezza.

Ciò che si sa è che sono in qualche modo correlate ai seguenti fattori:

  • mancanza di riscaldamento generale e specifico
  • preparazione fisica non idonea
  • sollecitazioni eccessive, movimenti bruschi e violenti
  • problemi articolari, squilibri posturali e muscolari, mancanza di coordinazione.

La contrattura è la meno grave tra le lesioni muscolari acute poiché non causa alcuna lesione anatomica alle fibre.

Per quanto riguarda i sintomi, si avverte una ipertonia (aumento del tono muscolare), un dolore modesto e diffuso lungo l’area muscolare interessata, che causa una mancanza di elasticità del muscolo durante i movimenti.

Per guarire da una contrattura normalmente sono sufficienti alcuni giorni di riposo, evitando di continuare a svolgere le attività sportive che evocano fastidio o dolore alla zona interessata.

Per accelerare il recupero sono utili sia gli esercizi di allungamento che aiutano a distendere la muscolatura, sia i massaggi decontratturanti al termine dell’attività in modo da allentare le tensioni muscolari.

Patologie croniche

Pubalgia

Il paziente racconta un inizio di dolore in fossa iliaca, che si aggrava compiendo alcuni movimenti, che riduce notevolmente la prestazione sportiva. A volte il paziente riferisce uno schiocco articolare a livello dell’anca.

Questo sintomo può protrarsi per diversi mesi e può essere scatenato da un trauma acuto o da microtraumi ripetuti. Il dolore può raggiungere l’inguine.

Negli sportivi spesso ne è responsabile la sindrome dell’ileo-psoas, un muscolo interno dell’anca che agisce flettendo, abducendo ed extraruotando la testa del femore.
La diagnosi è essenzialmente clinica e si esegue su test muscolari contro resistenza e la palpazione profonda del muscolo.

In alcuni casi può essere necessario richiedere la risonanza magnetica, per escludere un’eventuale lesione muscolare o una radiografia.

Il trattamento si basa su uno specifico massaggio miofasciale associato a massoterapia decontratturante degli altri distretti muscolari spesso coinvolti, oltre che su esercizi posturali e di allungamento, su esercizi di tonificazione dello psoas e dei muscoli sinergici.

Spesso è importante integrare le terapie in palestra con un ciclo di manipolazioni vertebrali per risolvere eventuali blocchi articolari a livello del bacino.

Artrosi dell’anca

L’artrosi all’anca può insorgere su articolazioni sane o essere conseguenza di malformazioni o traumi. È più frequente nelle donne e nei pazienti in sovrappeso.

I sintomi sono in genere chiari ed inequivocabili:

  • dolore all’inguine che peggiora con il cammino e nei primi movimenti dopo essere stati fermi a lungo seduti; può irradiarsi al ginocchio e per questo a volte ci si focalizza sulla articolazione sbagliata.

La diagnosi è clinica e radiografica. Le radiografie evidenziano le alterazioni del profilo scheletrico mentre la TAC e la risonanza magnetica rilevano le irregolarità delle cartilagini.
Le vostre articolazioni sono organi del movimento, e quando una di esse funziona in maniera anomala, si innescano dei meccanismi di compenso dei quali risente tutto l’organismo.

Per questo è fondamentale un buon trattamento riabilitativo finalizzato alla riduzione del dolore, al recupero del movimento articolare, alla ripresa di una vita attiva e al rallentamento dell’evoluzione della malattia.

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